
TLL | Strategie relazionali nel trattamento dei pazienti con storie traumatiche complesse
La relazione è lo strumento più efficace (e anche la “trappola”): Strategie relazionali nel trattamento dei pazienti con storie traumatiche complesse
Il seminario – diviso in due parti – affronta la complessità della relazione terapeutica con pazienti che hanno storie traumatiche. Nonostante gli psicoterapeuti cerchino attivamente di mantenere una solida relazione con il paziente, in realtà questo è più facile da dire che da concretizzare.
I pazienti con storie traumatiche hanno difficoltà a dare fiducia al terapeuta, molti minimizzano la loro storia traumatica, altri tendono a rifiutare l’aiuto. Altri ancora cercano una risoluzione veloce, nonostante esperienze di traumi interpersonali, difficili e ripetute nel tempo.
Basandosi su teoria e ricerca sull’attaccamento e sulla consolidata pratica clinica, Robert Muller propone strategie di lavoro con questi pazienti, per trovare “punti di ingresso” e di sintonizzazione.
Attraverso un approccio relazionale e psicodinamico, vengono affrontate modalità per sviluppare la relazione terapeutica, per aiutare i pazienti a ritrovare il senso di fiducia negli altri. Verranno esplorate tecniche terapeutiche per incoraggiarli ad assumere rischi interpersonali, ad elaborare perdite e ad affrontare le vulnerabilità.
Muller monitora le variazioni emotive della relazione terapeutica con i sopravvissuti a traumi e nello specifico cerca di rispondere a questi interrogativi: “Come possiamo capire quando nostro malgrado abbiamo messo alla prova il senso di sicurezza nella relazione? Che cosa succede alla relazione quando i pazienti o i terapeuti accelerano il processo e come si può affrontare questa situazione? E in che modo dei conflitti sottosoglia possono diventare utili alla terapia?
Saranno anche approfondite le scelte diverse che i clinici fanno per navigare la relazione, scelte che spesso hanno un impatto importante sull’esito del trattamento. Guarire dal trauma è un processo complicato: quando i pazienti disvelano troppo i loro vissuti, troppo presto possono stare peggio, rendendo l’andamento del percorso più complesso.
Anche in questo caso la chiave è la relazione terapeuta-paziente. Nella cornice degli approcci relazionali è possibile dare un ritmo giusto al racconto della propria storia in modo che i pazienti si trovino in un’esperienza utile e non minacciosa.
Durante i seminari la teoria sarà arricchita da casi clinici e verranno forniti suggerimenti applicabili al lavoro clinico.
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Riflessioni scientifiche e cliniche sul seminario di Robert Muller co-condotto da Vittoria Ardino e Bruno Intreccialagli


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