Autismo e ADHD

Sempre maggiori evidenze sperimentali suggeriscono che nei bambini con una futura diagnosi di ASD le atipie comportamentali emergono nel primo anno di vita. Identificando questi segnali precoci è possibile cominciare l’intervento nelle fasi iniziali del disturbo, ottenendo quindi impatto maggiore sulle traiettorie evolutive e sulla severità dei sintomi. La ricerca mostra come i bambini che ricevono intervento preventivo mediato dai genitori precocemente presentino sintomi ASD di minore severità e abbiano meno probabilità di ricevere una diagnosi a 3 anni.  La presentazione verterà sull’identificazione dei prodromi di autismo e sulla possibilità di sostenere lo sviluppo in questa fase di vita tramite intervento mediato dai genitori. 

Formulare precocemente un dubbio diagnostico che riguarda il neurosviluppo è il prerequisito fondamentale per un progetto terapeutico tempestivo che possa sfruttare i periodi sensibili  quando gli stimoli ambientali rendono massimo l’effetto sia in termini di sviluppo che di recupero funzionale. Proprio perché l’ambiente acquisisce un ruolo fondamentale, la presa in carico dovrà considerare non solo il bambino ma anche il contesto in cui egli vive, rivolgendosi in particolare ai genitori e ai caregivers (“Family Centered Care”) 
Le finestre principali di osservazione del comportamento sono tre, la famiglia il pediatra e le professioniste dell’Asilo Nido, in Italia non tutti vanno all’asilo nido ma tutti vanno dal pediatra.
Nel mio intervento presenterò il metodo che utilizzo da decenni  e che sfrutta, già dai primi giorni-mesi- anni di vita, strumenti e Test che il pediatra dovrebbe valorizzare durante i Bilanci Di Salute indipendentemente dalla finalità per cui sono stati ideati. Per fare alcuni esempi il BOEL test, il Lang Test, l’Ottotipo per illetterati e molti altri come il Libro “Guarda che faccia”. Presenterò dei video girati in studio che dimostrano come è possibile, attraverso questo metodo, osservare la maggior parte degli Item che la SACS (Monitoraggio dell’Attenzione sociale e della comunicazione sociale) indica come essenziali per la formulazione di un serio dubbio basato non su questionari ma sull’osservazione.
 

La costruzione di un progetto di vita per le persone con diagnosi di disturbo dello spettro dell’autismo, richiede una stretta collaborazione tra famiglia, servizi e rete sociale e deve basarsi in tutti i casi sulle preferenze e le scelte della persona autistica. La valutazione degli aspetti clinici e delle eventuali comorbidità, spesso presenti come co-occorrenze con altri disturbi del neurosviluppo (tra questi, anche, ADHD), deve sempre essere completata con una valutazione funzionale che metta in evidenza i punti forti della persona. Nel corso del ciclo di vita i sistemi di supporto variano in relazione alle caratteristiche individuali e ai fattori ambientali. Questi sistemi di supporto richiedono la presenza di servizi di continuità assistenziale in fase di transizione, tra età evolutiva ed età adulta. La relazione descriverà le principali sfide della fase di transizione e gli interventi che possono essere attivati per farvi fronte.

Le dipendenze comportamentali da tecnologie, social media e gaming stanno emergendo con forza nei soggetti con disturbi del neurosviluppo. Questo intervento approfondisce le manifestazioni cliniche, le comorbidità frequenti (ADHD, ASD) e propone strumenti per la valutazione e la gestione integrata di queste nuove vulnerabilità.

Sebbene siano passati molti anni dall’uscita del DSM-5 molte persone con ADHD continuano a ricevere diagnosi tardive, in età adulta, con conseguente aggravamento del quadro clinico di base e riduzione della qualità di vita nel tempo. Le tecniche di neuroimaging ed elettrofisiopatologia potrebbero rappresentare strumenti promettenti per supportare la diagnosi di ADHD, offrendo una comprensione più approfondita delle anomalie cerebrali specifiche che possono guidare interventi terapeutici più mirati. La gestione delle condizioni cliniche associate all’ADHD (co-occorrenza con altri Disturbi del Neurosviluppo, con quadri psicopatologici, con abuso di sostanze, con quadri dolorosi) è altrettanto importante per avviare interventi terapeutici che rispondano a tutte le necessità dei pazienti.

Nell' intervento verranno presentate le evidenze scientifiche in merito all’efficacia dei farmaci per l’ADHD sui core symptoms (disattenzione, iperattività, impulsività) sulla base di evidenze metanalitiche di studi randomizzati controllati. Verranno presentati anche studi recenti sull’effetto dei farmaci per l’ADHD su alcuni esiti in real world (come come incidenti accidentali, comportamenti criminali, condotte suicidarie, incidenti stradali), sulla base di studi di emulated target trials.

L’ADHD è un disturbo altamente eterogeneo la cui presentazione clinica si modifica nel corso della vita. L’elevata eterogeneità è determinata, oltre che dalle differenti manifestazioni cliniche come da sottotipizzazione del DSM, dalla compromissione su differenti domini cognitivi, una vasta gamma di alterazioni strutturali e funzionali e da numerose dimensioni e comorbidità associate. Tale estrema variabilità determina la necessità di una personalizzazione dei trattamenti che tenga conto delle caratteristiche individuali al fine di garantire una gestione ottimale in termini sia di riduzione dei sintomi che del miglioramento della qualità di vita.
Le persone con ADHD hanno frequentemente alti livelli di disregolazione emotiva e aggressività associati e un’elevata prevalenza di comorbidità, tra cui i disturbi dello spetto autistico e gli altri disturbi del neurosviluppo, i disturbi del comportamento dirompente, disturbi d’ansia e da uso di sostanze. Se non adeguatamente inquadrate e trattate nel modo corretto, queste condizioni associate possono contribuire a compromettere ulteriormente il funzionamento dell’individuo aumentando i livelli di stress e riducendo la qualità di vita. Sebbene in alcune condizioni i trattamenti possano essere simili a quelli dell’ADHD “puro”, in altri casi le strategie trattamentali possono differire significativamente data la complessità medica e i profili comportamentali nonché le differenze nell’efficacia e tollerabilità dei farmaci.
Nel corso della presentazione verranno illustrate le principiali dimensioni e i più frequenti disturbi associati all’ADHD e verrà offerta una panoramica sulle evidenze dell’efficacia e sicurezza dei trattamenti non farmacologici e di quelli farmacologici nel trattamento dei pazienti complessi. 

Il Programma FEREA, acronimo di Funzioni Esecutive Relazioni Emozioni e Ambiente, è un trattamento multimodale, personalizzato e transdiagnostico, volto a migliorare nel bambino le competenze di autoregolazione sia cognitiva (funzioni esecutive) sia emotiva e comportamentale coinvolgendo tutto il sistema di relazioni e di ambienti in cui è inserito per far sì che gli effetti del training abbiano un outcome positivo sulla vita. La terapia è orientata al miglioramento dell’autoregolazione e delle funzioni esecutive, tramite pochi obiettivi specifici, realizzabili realisticamente a breve termine, che vengono concordati con i genitori in un incontro iniziale che poi vengono condivisi con il bambino e verificati in un incontro finale. 

Durante l’intervento verrà presentato il programma di lavoro, esempi di attività con bambini, genitori e insegnanti e i risultati ottenuti con l’applicazione del programma.